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Caos migranti: nessun comune abruzzese vuole ospitare i 257 profughi in arrivo in Abruzzo
In questi ultimi giorni si parla tanto di una delle emergenze nazionali più importanti degli ultimi anni. Si fa riferimento all’emergenza profughi che sta gravando sul nostro Paese e che si fa ogni giorno più difficile da gestire, dato che le strutture ricettive sono piene e che le nostre autorità non riescono a far fronte a questa drammatica situazione che diventa, di giorno in giorno, più grave. C’è chi si lamenta che l’Italia sia stata lasciata sola con un problema più grande di lei e chi proprio non ne vuole sapere di ospitare le decine di migliaia di profughi che da settimane arrivano sulle nostre coste, senza pausa. Proprio in questi giorni dovrebbero arrivare in Abruzzo 257 profughi, come deciso dal Ministero dell’Interno.
La circolare del 1° Giugno parla chiaro: le regioni italiane saranno costrette a dividersi i migranti giunti sulle coste siciliane e, pertanto, anche l’Abruzzo dovrà fare la sua parte in base a quelle che sono le quote previste per ogni regione. In Abruzzo ci sono già oltre 1000 migranti ospitati in strutture autorizzate che, però, sono private e si basano sul volontariato, mentre per quel che concerne le strutture dei comuni non sono state ancora messe a disposizione. Queste strutture potrebbero servire per ospitare altri profughi ma, alla luce dei fatti, ancora nessun comune si è fatto avanti. Per ospitare i profughi sono stati stilati dei bandi che prevedono un contributo di 35 euro a profugo che servono per garantire loro vitto e alloggio. Di questa somma, solo 2,50 euro al giorno vanno direttamente ai profughi, per far fronte alle piccole spese personali.
Il problema dei comuni che non vogliono mettere le loro strutture a disposizione degli immigrati per far fronte all’emergenza è diventato serio e non riguarda di certo solo l’Abruzzo, ma anche tante altre regioni. Proprio per questo motivo, il governo sta cercando di mettere in piedi un piano di incentivi per gli enti locali che si mostreranno disponibili. Ed è proprio dalla politica che arrivano le diverse posizioni sull’argomento. Roberto Maroni, Governatore della Regione Lombardia, ad esempio, ha chiesto di sospendere le assegnazioni nei comuni sino a quando non ci sarà una più equa ripartizione dei profughi. E l’Abruzzo cosa ne pensa? La posizione della regione viene spiegata da Marinella Sclocco, assessore regionale al Sociale, che sottolinea che «chi fa le cose sono le prefetture che nell’ultimo vertice all’Aquila aveva chiesto ai comuni e a tutti i sindaci disponibilità di spazi pubblici per l’accoglienza, ma quasi tutti se non tutti hanno detto no. E questo è un grande paradosso, perché se i Comuni dicono no, i profughi se li troveranno comunque in casa, visto che le prefetture continueranno a fare i bandi per i privati che stanno ovviamente sui territori comunali.
La cosa da fare con l’Anci è arrivare a capire che la questione immigrazione/profughi non può essere più considerata un’emergenza ma una situazione strutturale, anche perché la situazione in Africa non è affatto migliorata e non migliorerà nel breve e medio periodo. Allora, questa situazione o la si governa o si viene “massacrati”, perché le prefetture requisiranno comunque le strutture necessarie. Quanto alla Regione non ha un ruolo diretto nella gestione dei profughi, ma io sono disponibile a non lasciare soli i sindaci e a svolgere una funzione di coordinamento».
La preoccupazione degli abruzzesi, specialmente di chi lavora nella costa come cameriere stagionale, è che venga danneggiata la stagione turistica con la presenza dei migranti. Giusta o no questa posizione comunque la situazione deve essere affrontata al più presto e studiate le soluzioni migliori per rispettare il sacro diritto dell'accoglienza e salvare la stagione turistica estiva.